La frase minima è la frase più breve che si possa fare, dotata di un senso.
In una frase, perché abbia un senso, devono essere chiari (anche se non espliciti), almeno due elementi: ilsoggettoe ilpredicato.
In alcuni casi il soggetto, seppure non espresso, si desume dal predicato (es.: Studio. ⇒Soggetto implicito: IO
Il soggetto è l’elemento della frase cui si riferisce il predicato.
Il predicato(dal latinopraedicatum, “ciò che è affermato”)è ciò che si dice del soggetto;
è di due tipi:
1.PREDICATO VERBALE= indica l’azione che il soggetto compie
2.PREDICATO NOMINALE=indica CHI E’, COM’E’, COS’E’ il soggetto della frase ed è formato dalverbo essere + un aggettivo o un nome (attenzione: se il verbo essere significa stare, trovarsi e appartenere, ha funzione di predicato verbale.)
Scrivere un bel racconto non è facile: la scrittura è un
“mestiere” che bisogna imparare, che ha delle regole, MA VEDRAI, CHE LEGGENDO GLI ESEMPI DEGLI SCRITTORI E CON UN PO' DI ALLENAMENTO, DIVENTERAI ANCHE TU UNO... SCRITTORE ESPERTO!
1. DEFINIAMO NEL DETTAGLIO I NOSTRI INGREDIENTI: CHI? Scegliamo i nostri personaggi. Chi è il
protagonista? Come
si chiama? Quanti
anni ha? Dove vive?
Che cosa gli piace
fare? Che cosa non
gli piace? Qual è una
sua caratteristica, un
suo pregio o difetto,
un suo tic? DOVE? Individuiamo il luogo in cui farli agire. In quali luoghi si
svolge la vicenda che
vuoi narrare? Sono
ambienti interni
oppure esterni? Come
sono? QUANDO? Stabiliamo un tempo in cui si muoveranno.Quando accadono i
fatti? Nel passato, nel
presente o nel futuro?
In quale giorno,
periodo dell’anno,
stagione? Quanto
durano? 2. COMPONIAMO GLI INGREDIENTI SEGUENDO LA RICETTA"CLASSICA": INTRODUZIONE: presentiamo il personaggio, il luogo, il tempo con una visione d'insieme della SITUAZIONE INIZIALE. SVOLGIMENTO: Quali fatti accadono? Ricordiamoci di usare le tecniche descrittive imparate per "mostrare" cosa sta accadendo. CONCLUSIONE:Come finisce il
racconto? 3. RILEGGI, CORREGGI E INTEGRA: Quando abbiamo terminato di scrivere il testo, dobbiamo rileggerlo con
attenzione e, se necessario, intervenire per:
correggere eventuali errori ortografici;
sostituire le parole che hai ripetuto più volte con dei
sinonimi (consulta il dizionario) e verificare il significato
di quelle di cui non sei sicuro;
riscrivere meglio le frasi che ti sembrano poco chiare o
che vuoi abbellire;
aggiungere particolari alla descrizione dei personaggi e
dei luoghi;
aggiungere dei fatti che possono arricchire e rendere
più chiaro quello che succede ai personaggi;
eliminare dei fatti che non c’entrano con quello che vuoi
dire e che possono confondere le idee e non far capire
il racconto;
spostare delle frasi o delle sequenze se ti accorgi di
non aver rispettato la successione dei fatti
aggiungere metafore, similitudini e personificazioni che arricchiscono il racconto.
LE PREPOSIZIONI SEMPLICI
La Signora Grammatica deve sistemare un gruppo di nuove parole. Stanno nell'ala delle INVARIABILI (non cambiano mai: non hanno né maschile/ femminile, né singolare/plurale) dove hanno una stanza tutta loro: quella delle PREPOSIZIONI SEMPLICI.
Carnevale è la festa più allegra dell'anno, sembra una festa creata apposta per i bambini, che da sempre
amano travestirsi e mascherarsi in tutti i modi possibili!
Il Carnevale è
tradizionalmente il periodo che precede la quaresima ed è
festeggiato con feste mascherate, sfilate di carri allegorici,
danze.
Si conclude il giorno di Martedì Grasso, che precede il Mercoledì
delle Ceneri, primo giorno di quaresima.
Il nome deriva probabilmente dal latino medievale carne
levare, cioè "togliere la carne" dalla dieta quotidiana, in
osservanza del divieto nella religione cattolica di mangiare la
carne durante la Quaresima.
I festeggiamenti nel
periodo del Carnevale hanno un'origine molto lontana, ma ancora oggi esso rappresenta un'occasione di
divertimento e si esprime attraverso il travestimento, le sfilate
mascherate, le feste.
Per poter essere pronunciate, tutte le parole hanno un ACCENTO, cioè una
sillaba più “forte” (accento tonico). Quando si scrive, invece, non sempre c'è
bisogno di segnare l'accento (grafico), esso va però segnato in questi casi:
1.nelle paroletronche(cioè accentate alla fine) con più di
una sillaba:
es. La servitù emigrò in
Perù;
2.nei monosillabi con due vocali:
es. ciò, già, giù, più,
può, scià...
3.inparticolari
monosillbi che potrebbero essere confusi con dei corrispettivi che senza
accento hanno altro significato:
es. dà, dì, è, là, lì, né,
sé, sì, tè
CON ACCENTO
SENZA ACCENTO
dà (verbo dare): Mi dà fastidio
da (preposizione): Vengo da Bari
dì (il giorno): La sera del dì di festa
di (preposizione): È amico di Marco
è (verbo essere): È stanca
e (congiunzione): coltelli e forchette
là (avverbio di luogo): vai là
la (articolo o pronome): La pizza, la mangi?
lì (avverbio di luogo): Rimani lì
li (pronome): Non li vedo
né (congiunzione negativa): Né carne né pesce
ne (avverbio o pronome): Me ne vado; te ne importa?